5 giugno: Giornata Mondiale dell’Ambiente. L’interesse per la salute del nostro pianeta, sempre più intrecciata a quella degli esseri umani, cresce di anno in anno: One Health.
Certo, le grandi aziende ormai ragionano in termini di sviluppo sostenibile, gli istituti finanziari e i fondi di investimento premiano le imprese più virtuose.
E i cittadini dichiarano in tutte le indagini demoscopiche di voler scegliere prodotti sostenibili, disposti anche a pagare di più.
Ma è una rivoluzione culturale quella che dobbiamo condividere. Una rivoluzione che richiede un cambio di mentalità radicale. E che implica un mutamento delle nostre abitudini quotidiane. Partendo dalle piccole cose: conservare, preservare, aggiustare invece di cambiare, sostituire, buttare. Tornare alle sane abitudini dei nostri nonni che riparavano un vestito, un mobile, un elettrodomestico e ne allungavano il ciclo di vita.
Se tutti diventeremo, come ha scritto recentemente Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, meno ‘sostitutori’ e più ‘riparatori’ potremo contribuire al ‘développement durable’.
Perché, come sempre, è la variabile tempo a fare la differenza.
Davide Sicolo - Head of Content, Edelman Italia