COP26: PRONTI, PARTENZA…
Domenica 31 ottobre a Glasgow, avranno inizio i lavori della 26esima Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (COP26), che vedrà oltre cento leader da tutto il mondo confrontarsi sulle azioni concrete da portare avanti per combattere il cambiamento climatico e finalizzare il “Paris Rulebook” - le regole di attuazione dell’Accordo di Parigi del 2015. In quanto partner del Regno Unito per la COP26, tra il 28 settembre e il 2 ottobre, l’Italia ha ospitato due eventi preparatori alla conferenza delle parti, la PreCop 26 e l’evento dedicato ai giovani “Youth4Climate: Driving Ambition”, entrambi a Milano e con l’obiettivo di definire alcune specifiche dei negoziati e di discutere i temi fondamentali che saranno affrontati al vertice Onu sul clima.
PRE COP 26, UN PUNTO DI PARTENZA
L’evento PreCop26 di Milano, che ha preparato il terreno alle decisioni e agli impegni che i leader mondiali attesi in Scozia dovranno presentare - e prepararsi ad adottare - a breve, ha coinvolto 50 Paesi tra i firmatari della United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC), i rappresentanti del Segretariato UNFCCC, i presidenti degli Organi Sussidiari della Convenzione e i principali stakeholder protagonisti della lotta ai cambiamenti climatici o della transizione ecologica. Di seguito, una sintesi dei temi chiave affrontati nel corso del vertice1:
1.Fare di più per contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1.5 C°
La COP21 (Parigi, 2015) si era conclusa con l'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C e di impegnarsi a limitare l'aumento a 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali. Durante la conversazione PreCop 26, i cosiddetti "contributi determinati a livello nazionale" (NDC) - con cui le Parti si danno propri obiettivi di riduzione delle emissioni – sono risultati inadeguati rispetto all'ambizioso obiettivo di limitare l'aumento a 1.5°C. Gli NDC attuali, infatti, potrebbero comportare un aumento delle emissioni del 16% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, quando è necessaria una riduzione del 45% per mantenere le temperature al di sotto di 1.5°C. Durante il vertice PreCop, è stata quindi sottolineata l’urgenza di aumentare drasticamente l'azione per affrontare il cambiamento climatico in questo decennio, accelerare gli sforzi per rispondere agli impatti che si stanno già verificando e prepararsi ad un peggioramento degli stessi.
2.Incrementare l’adattamento (GGA2)
I ministri hanno sottolineato la necessità di prestare maggiore attenzione politica all'impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni più vulnerabili e hanno presentato suggerimenti su come affrontare concretamente questo tema attraverso l'attuazione del Global Goal on Adaptation (GGA) e la mobilitazione dei fondi necessari per raggiungere questo obiettivo. Inoltre, i ministri hanno riconosciuto l'importanza dei National Adaptation Plans (NAPs) e della comunicazione in materia di adattamento come strumenti essenziali per comprendere le diverse esperienze di ogni Paese per guidare l'azione, sottolineando come l’adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici rappresenti una sfida comune, variegata nelle sue applicazioni locali e che richiede, quindi, maggiore attenzione politica. È inoltre emersa la necessità di una trasformazione che vada oltre gli NDC, attraverso obiettivi settoriali tra cui: energia, mobilità, infrastrutture, biodiversità e un approccio globale al prezzo del carbonio.
3.Perdite e danni in crescita3
È stata ribadita l’urgenza di sopperire alle perdite e ai danni causati degli impatti climatici, attraverso un’ampia gamma di azioni per evitare, ridurre al minimo e affrontare tali difficoltà. Diversi ministri hanno sottolineato come disastri ripetuti nel tempo possano tradursi in un debito insostenibile, specialmente quando ad essere colpite sono intere economie, chiedendo che vengano attivati meccanismi per assicurare i finanziamenti in risposta alle catastrofi. Nell’ottica di portare una proposta d’azione al tavolo della COP26, c’è stato un chiaro consenso da parte di tutti ministri affinché la rete Santiago Network for Loss and Damage (SNLD) – istituita in occasione della COP25 con l’obiettivo di catalizzare l’assistenza tecnica per affrontare le perdite e i danni – venga resa operativa il prima possibile.
4.Sbloccare i finanziamenti
Durante l’evento preparatorio, la collaborazione tra finanza pubblica e privata è stata riconosciuta come fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici prefissati. Si tratta di una sfida che presuppone un cambiamento radicale per essere affrontata con successo sia dal settore pubblico - per sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile - sia da quello privato, per finanziare tecnologia e innovazione. I ministri, inoltre, hanno sottolineato la necessità di mantenere la promessa del finanziamento delle azioni per il clima per i Paesi in via di sviluppo, cominciando dai 100 miliardi di dollari4 all’anno che i Paesi sviluppati avevano accettato di mobilitare nel 2009 entro il 2020. (Promessa che, stando alle ultime notizie, probabilmente non sarà mantenuta almeno fino al 20305).
5.Finalizzare il “Libro delle Regole” di Parigi6
Un obiettivo fondamentale della COP26 è quello di finalizzare il “Paris Rulebook”, ossia il libro di regole per concretizzare gli Accordi di Parigi sul clima del 2015. I ministri hanno innanzitutto riaffermato il loro impegno per giungere ad una conclusione sulle norme dell'Articolo 67 dell'Accordo di Parigi (introdotto per aiutare i Paesi a contribuire alla mitigazione delle emissioni di gas a effetto serra e promuovere lo sviluppo sostenibile). Indispensabile la trasparenza - altro tema chiave nella discussione - sui dati, le politiche e le azioni per il clima, per attuare un sistema che, a livello globale, incentivi ogni singolo Paese a portare a termine gli impegni presi. Inoltre, i ministri hanno sottolineato l’importanza di stabilire una scadenza comune di cinque anni per la presentazione di tutti "contributi determinati a livello nazionale" (NDC) delle parti.
LE RICHIESTE DI “YOUTH4CLIMATE”
La settimana del clima di Milano è stata inaugurata dal summit “Youth4Climate: Driving Ambition", il primo evento di lotta al climate change interamente dedicato ai giovani e che ha visto la partecipazione di 400 ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo per avanzare richieste e proposte concrete ai ministri coinvolti nella PreCop.
Capitanati dalle attiviste Greta Thunberg e Vanessa Nakate, sono stati proprio i ragazzi di Youth4Climate a inaugurare il vertice, presentando i risultati di 4 gruppi di lavoro, ognuno caratterizzato da un tema specifico8:
1. YOUTH DRIVING AMBITION | L’ambizione dei giovani può essere determinante nella lotta al cambiamento climatico. La prima richiesta da parte delle nuove generazioni ai Paesi e alle istituzioni è stata quella di assicurare la partecipazione e il coinvolgimento significativo dei giovani stessi in tutti i processi decisionali sui cambiamenti climatici e sulla pianificazione, progettazione, attuazione e valutazione delle politiche climatiche a livello internazionale, nazionale e locale. Per raggiungere tale obiettivo, è necessario che ciascun Paese aumenti il sostegno finanziario (sia dal settore pubblico sia da quello privato), amministrativo e logistico per promuovere l'impegno dei giovani, rafforzarne la formazione e le competenze tecniche per permettere loro di guidare l’azione per il clima.
2. SUSTAINABLE RECOVERY | Una transizione energetica di tipo olistico, diversificata ed inclusiva entro il 2030, che dia priorità all'efficienza energetica e all'energia sostenibile, raggiungendo l'obiettivo del mantenimento della temperatura al di sotto dei 1.5°C. Queste le richieste dei giovani in materia di ripresa sostenibile, senza dimenticare le comunità più vulnerabili, per le quali vengono chiesti finanziamenti per sviluppo e ricerca e per garantire l’accesso, da parte di tutti, alla tecnologia e a posti di lavoro dignitosi. Dare priorità alle Nature Based Solutions (NBS) nella strategia di lotta al cambiamento climatico e lavorare insieme per costruire una società fondata sul principio di equità, riconoscendo e proteggendo i diritti di ogni singola comunità. Un sistema di finanziamenti per il clima che sia trasparente e responsabile, con una solida regolamentazione delle emissioni di carbonio, mantenendo le promesse fatte ai Paesi in via di sviluppo.
3. NON-STATE ACTORS’ ENGAGEMENT | Il terzo gruppo di lavoro si è concentrato sul contributo necessario degli attori non governativi - compresi gli organismi delle Nazioni Unite e i settori della moda, dello sport, dell'arte, dell'imprenditoria, alimentare, etc. - per garantire una transizione green ed equa, attraverso l’adozione di soluzioni di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico e lo stop agli approvvigionamenti da fonti fossili e agli investimenti in combustibili fossili entro il 2030.
4. CLIMATE-CONSCIOUS SOCIETY | Il quarto, ed ultimo, gruppo di lavoro ha richiesto la responsabilità da parte dei decisori nel coinvolgere i giovani e le comunità nella lotta al cambiamento climatico, riconoscendo e sostenendo le popolazioni più deboli e garantendo la partecipazione di tutti. Per costruire una società più consapevole delle sfide climatiche, l’impegno dei governi a garanzia di un’educazione al climate change, favorendo la mobilitazione di un pubblico più ambio e la partecipazione collettiva ai processi decisionali. E, in ultimo, assicurare che i mezzi d’informazione siano in grado di trasmettere messaggi chiari e veritieri sul tema della crisi climatica, attraverso la formazione di giornalisti e comunicatori, che devono comunicare in modo trasparente per aiutare la comunità scientifica.
"L'obiettivo è quello di far sì che incontri come la Youth4Climate si possano tenere ogni anno prima dei negoziati ufficiali"9, così si è espresso il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, sottolineando l’importanza del coinvolgimento concreto delle nuove generazioni in quello che ha definito “un vero esperimento di governo del futuro”.
L’IMPORTANTE È CHE SE NE PARLI? IL VALORE AGGIUNTO DEGLI EVENTI PRECOP
Conosciamo già la risposta a questa domanda e, anche in questo caso, è necessario andare oltre i volumi di conversazione e comprendere cosa si nasconde sotto la superfice. Abbiamo analizzato, in una finestra temporale di 30 giorni a partire dal 25 settembre 2021, l’andamento del numero di mention (tra le notizie e i social) relative al tema più generico del “cambiamento climatico” e agli eventi preparatori alla COP26 (PreCop 26 e Youth4Climate) . La domanda che ha innescato l’analisi è stata: “La PreCop 26 ha fatto aumentare la conversazione sul cambiamento climatico?”.
I risultati ci dicono che il “cambiamento climatico” è un tema che riceve l’attenzione costante dei media, al di là della sovrapposizione con particolari eventi correlati ad esso come, appunto, le discussioni pre-Cop di Milano. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, questi due particolari eventi non hanno fatto impennare le menzioni rispetto al tema del climate change. Ma, avvicinando la lente alla curva di mention inerenti ai due summit in sé, scopriamo qual è il valore aggiunto di tali eventi.
Oltre alle notizie e alle conversazioni prettamente legate agli incontri di Milano, troviamo approfondimenti di temi specifici, con un’attenzione maggiore verso gli aspetti di miglioramento di specifiche filiere produttive e un livello di dettaglio superiore alla conversazione on going sul cambiamento climatico. Spesso, a guidare la conversazione sono personalità note o notizie legate ad esse, che accendono i riflettori su problemi importanti e alimentano la ricerca di soluzioni.
Tra i temi più citati, le filiere dell’industria alimentare e quella della moda, l’obiettivo del raggiungimento di emissioni zero, la biodiversità e la Diversity, Equity & Inclusion (DEI). Quest’ultimo è stato proprio uno dei temi più discussi in relazione alla PreCop 26 e a Youth4Climate, in sovrapposizione al climate change.
Una correlazione importante, quella tra cambiamento climatico e disuguaglianze sociali globali, alla base sia delle discussioni pre-COP di Milano sia di quelle online, segno che eventi di questo genere hanno il potere di innescare conversazioni su temi fondamentali, che richiedono un’azione urgente; conversazioni che aziende partner e/o interessate a tali eventi dovrebbero tenere in considerazione per capire quali sono gli aspetti che esse possono concretizzare per realizzare un impatto reale a beneficio della società.